Su Youtube (vedi qui) c'è un curioso video in cui Oscar Giannino parla del debito pubblico italiano. La tesi di Giannino è che non è vero che il debito pubblico dipende in gran parte dai politici della cosiddetta prima Repubblica che (se mai è esistita) è andata dalla fine della guerra al 1992.
Le colpe principali sono, secondo Giannino, della cosiddetta seconda Repubblica, vale a dire dai vari governi che si sono succeduti dal 1992 in poi.
Per dimostrare la propria tesi, Giannino calcola l'apporto al debito pubblico di ciascun governo, spiegando ad esempio che il primo governo Berlusconi ha creato debito per oltre 300 milioni di euro al giorno, o che con il primo governo Prodi il debito è stato di 96 milioni al giorno e di 76 durante il governo D'Alema.
Si tratta però di una tesi debole, per diversi motivi.
Gli economisti sanno bene che i dati assoluti (milioni di euro al giorno) sono poco significativi perchè il debito non è allarmante o meno in sè ma rispetto alla capacità di produrre reddito con cui ripagarlo.
Nessun economista serio farebbe dunque i calcoli di una media giornaliera in termini assoluti, come fa Giannino, ma calcolerebbe sempre il rapporto debito/PIL.
Inoltre la creazione del debito pubblico trova un limite nella disponibilità di risorse sui mercati finanziari: se nel 1950 De Gasperi avesse voluto aumentare il debito pubblico a ritmi sostenuti avrebbe avuto difficoltà a reperire i soldi sui mercati finanziari di allora.
Un altro motivo che spinge a diffidare dell'analisi di Giannino è che riduce tutto a pochi dati. Calcola il debito medio giornaliero durante la c.d. prima repubblica senza distinguere tra i vari periodi e governi che si sono succeduti. Eppure quasi mezzo secolo di governi non si possono trattare come se fossero una sola cosa.
Analizzando il più credibile rapporto debito/PIL e il rapporto deficit/PIL emergerebbe il disastro del governo Craxi, che ha fatto salire il debito a ritmi elevatissimi, con un rapporto deficit/PIL anche superiore al 10%. Stranamente però Giannino se ne dimentica, limitandosi a considerare il dato medio del governi della prima Repubblica, vake a dire inserendo un disastro in un calderone dove c'è di tutto, dal virtuoso Einaudi all'inflazione a due cifre dei primi anni '80.
Se poi considerassimo la composizione della spesa pubblica, scopriremmo che la lamentela dei governi circa il debito pregresso deriva dalla spesa per interessi, che vincola la spesa dei singoli governi e che, come tutte le voci, varia nel tempo.
Infine un'ulteriore ragione per diffidare del metodo di analisi di Oscar Giannino riguarda il periodo considerato: Giannino analizza l'esatto periodo in cui un governo è stato in carica, dimenticandosi che la spesa di ciascun governo risente almeno in parte delle decisioni del governo precedente.
Detto tutto questo, dagli strani calcoli di Oscar Giannino emerge un dato interessante: i governi Prodi e D'Alema hanno fatto molto meglio di Berlusconi.